martedì 11 novembre 2014

Professori collaboratori e partecipanti.


Professori collaboratori e partecipanti.

- Raimondo Michetti
- Ugo Fracassa
- Rosaria Cabibbo
- Claudio Cerreti
- Antonio Clericuzio
- Roberta Colombi
- Alberto D'Anna
- Silvia Ginzburg
- Laura Iamurri
- Vito Loré
- Elena Malaspina
- Manfredi Merluzzi
- Franca Orletti
- Riccardo Santangeli Valenziani





sabato 8 novembre 2014

MASSIMO GRAMELLINI IN DIFESA DEGLI STUDI CLASSICI

Massimo Gramellini, noto scrittore e giornalista, difende il liceo classico e gli studi umanistici a Che tempo che fa di Fabio Fazio: "Dire che il liceo classico non serve perchè si studiano le lingue morte è come dire che la cyclette non serve perchè si resta fermi"

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-40380733-97d1-4426-9831-291305ab2b4d.html#p

Sullo stesso tema, su segnalazione di Marianna D'Onofrio, un articolo di Rebubblica e uno del Corriere della Sera:

Il liceo classico? Assolviamolo ma va riformato

Lode allo scientifico ma anche a Cicerone



martedì 4 novembre 2014

Progetto : Humus (HumanitasUniversitasSocietas / Humanities for University and Society)

Progetto : Humus (HumanitasUniversitasSocietas / Humanities for University and Society)

Prima giornata su: Studi umanistici e società: tra passione  utilità

Car* tutt*, insieme ad alcuni colleghi afferenti a diverse aree del  Dipartimento di Studi Umanistici abbiamo iniziato a progettare una giornata da dedicare all’importanza ed utilità  degli Studi Umanistici oggi nel tessuto civile e  socio-economico del nostro Paese. Avvertiamo infatti una caduta di prestigio dei nostri studi, tanto più paradossale per un Paese come il nostro in una fase storica in cui le esperienze di cui siamo quanto meno traduttori culturali  potrebbero ricoprire un ruolo peculiare,  tanto nella formazione culturale delle nuove generazioni quanto nel panorama culturale mondiale, con un  significativo impatto  anche sul futuro professionale dei nostri studenti.  I nostri destinatari sono , infatti gli studenti stessi che speriamo di coinvolgere anche nell’ organizzazione della giornata medesima.
Senza  tediarvi riferendovi  complessità e sfumature della nostra discussione, riassumiamo in modo essenziale le quattro finalità  che vorremmo conseguire, ovviamente con il vostro coinvolgimento e dopo una discussione con tutti voi:
-          Consentire ai nostri studenti, fin dalla loro entrata e durante tutto il corso di studi,  momenti di rafforzamento della consapevolezza teorica  e di ‘allenamento dell’immaginario progettuale’  sulla scelta formativa che hanno compiuto; chi non immagina un futuro, in sintesi, non è nella condizione di poterlo realizzare.  Vorremmo favorire, o ameno stimolare, l’educazione e  formazione di progetti culturali  personali e collettivi, in controtendenza con quella incertezza del futuro professionale che spinge a una laurea veloce e vissuta ‘ in superficie’, trasformando  l’esperienza universitaria in un’occasione mancata.   Siamo infatti convinti che l’ acquisizione reale di  competenze specialistiche e più in generale della  capacità del ragionare,  del discernere e del progettare siano tra le risorse più preziose cui un curriculum umanistico consente di accedere.
-          Aprire la nostra esperienza a quelle espressioni della società civile che, secondo un ampio ventaglio di proposte, s’intrecciano con i saperi che trasmettiamo, consentendo una circolarità tra  questi e quelli del territorio, in particolare quello assai ampio e dinamico intorno alla  nostra Università: il mondo della scuola, innanzitutto, quello dell’associazionismo culturale e interculturale, le    esperienze  professionali nell’ambito degli studi umanistici dovrebbero essere gli interlocutori attivi della giornata
-          Rinforzare il prestigio della nostra università, e in particolare del nostro Dipartimento, come  luogo di riferimento visibile e attivo sul territorio,  proprio a partire dalle  competenze che gli sono istituzionalmente riconosciute:  per gli insegnanti della scuola, in primo luogo,  ma anche per le  altre attività professionali  o di associazionismo  che possono interloquire con i nostri studi.
-          Identificare un nostro spazio di azione  che prenda le distanze tanto da una concezione dell’università  in fibrillazione continua perché sottoposta solo  alle cangianti necessità del mercato, anche di  quello culturale ( una sorta di agenzia   della collocazione cui attingerebbero le  istituzioni pubbliche o imprenditoriali a seconda dei cambiamenti), quanto da una tendenza, pure presente nei nostri contesti professionali, a non porsi in alcun modo la questione delle potenzialità di impatto dei  saperi umanistici  nella formazione civile, culturale e professionale. Ciascuno sa, infatti, quanto simili questioni siano preziosi per i nostri studenti in un  Paese che vede proprio nei nostri studi  uno dei suoi tratti più peculiari  da inserire dentro la società globale  delle conoscenze.

Si potrebbero aggiungere tante altre importanti considerazioni ma, oltre a queste esigenze teoriche  sulle quali sappiamo di concordare con molti di voi,  assai più importante ci sembra poter cominciare questo percorso  definendolo  in progress con l’apporto di tutti voi e forgiandolo direttamente  grazie alla realizzazione di esperienze concrete.

Nel progetto fin qui delineato, la giornata, che  cadrebbe naturalmente all’inizio dell’anno accademico durante il periodo di attività didattica,  potrebbe strutturarsi  in 3 momenti (eventualmente in due mezze giornate contigue) distinti ma correlati.



1)      Conferenza in forma dialogica
Il primo tempo ospiterebbe  il contributo di due  intellettuali  illustri, rappresentativi  della  cultura umanistica  contemporanea nelle sue diverse manifestazioni. Questa fase dovrebbe consentire in primo luogo di affrontare il tema nel suo vasto respiro ma anche di fissare alcune questioni maggiormente puntuali, quasi una griglia teorica di discussione, sulle quali si  distenderebbe  la seconda fase

2)      Le tre tavole rotonde
Nella seconda fase, alcuni dei docenti del Dipartimento coordinerebbero  3 tavoli paralleli nei quali, a partire dai temi emersi nella conferenza iniziale,  verranno individuate e discusse   alcune specifiche questioni.  I tavoli saranno dedicati a quattro grandi  macrotemi trasversali che, in questa prima proposta aperta ad ovvie modificazioni, trasformazioni e arricchimenti,  potrebbero essere i seguenti:

 -Il lavoro della formazione oppure La formazione come lavoro /
- Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
- Cultura e cittadinanza: comunicazione, interculturalità, plurilinguismo

Ogni tavolo potrebbe essere coordinato  da uno/due docenti e vedrebbe  la presenza di rappresentanti degli studenti, del mondo della scuola, del lavoro e dell’associazionismo, eventualmente anche delle  istituzioni. Dal punto di vista della metodologia i tavoli dovrebbero avere  carattere di seminario, le cui risultanze   verrebbero riassunte dai coordinatori in apertura della terza e conclusiva fase

Fase conclusiva

L’ultima parte della giornata consisterebbe  nella condivisione degli esiti della discussione dei tavoli alla presenza del relatore/i della prima fase.  Il dibattito sarà strutturato in modo tale che, dopo una prima tornata di brevi interventi e domande da parte dei coordinatori dei tavoli e la conseguente replica del relatore/i, la parola passerà ai presenti che si saranno iscritti al dibattito e, infine, liberamente a chi vorrà interloquire con l’ospite della giornata.  


Consideriamo questa iniziativa, qualora vogliate condividere la sua promozione, organizzazione e realizzazione, come un biglietto da visita del Dipartimento di Studi Umanistici che risulterà tanto più stimolante ed utile se  si amplierà a quei saperi umanistici e a quei colleghi  non rappresentati nel Dipartimento eponimo ma la cuipartecipazione, a seconda delle specifiche competenze, risulterebbe preziosa.

Raimondo Michetti

Ugo Fracassa

lunedì 3 novembre 2014

LA SAGGIA, VIRTUOSA E DISINTERESSATA UTILITA’ DEGLI STUDI UMANISTICI

L’Università degli Studi di RomaTre organizza una giornata dedicata all’importanza e all’utilità degli Studi Umanistici nello scenario sociale e civile dell'Italia di oggi. L’evento è in programma nella giornata di venerdì 12 dicembre. Come valorizzare gli Studi Umanistici in una società globalizzata e tecnologica che nega valore a tutto ciò che non produce un profitto immediato? E’ questo che ci chiediamo noi del Dipartimento degli Studi Umanistici del giovane ateneo romano che riunisce corsi di studio dall’ampia e articolata offerta didattica: Lettere, Storia e conservazione del patrimonio artistico e archeologico, Lingue e culture straniere, Scienze delle religioni, Storia dell’arte.

Oggi, purtroppo, si assiste a un progressivo smantellamento dell’istruzione umanistica in nome di un utilitarismo che tende a privilegiare le competenze tecniche e specialistiche. La cultura imperniata solo sulla logica del profitto e sulla crescita del P.I.L. è devastante, ma forse sfugge agli esperti economisti che l’utilità invocata dagli studi umanistici non è quella mercantile del guadagno. E’ un’utilità virtuosa, saggia, disinteressata.Di fronte alla conclamata perdita di credito sociale e di prestigio della letteratura, così come di tutte le discipline umanistiche e le attività artistiche, è comprensibile l’ansia di riconsiderazione delle humanae litterae che ha prodotto, sempre più spesso negli ultimi anni, libri, saggi, dibattiti e convegni. Sembra essere ormai del tutto inefficace la classica risposta di Spinoza alla tradizionale domanda sul significato e sul valore della humanitas, risposta che per secoli, dall’Umanesimo in poi, ha garantito legittimità agli studi filosofici e letterari: essi ci aiutano a vivere “una vita propriamente umana". In questo ambito si inserisce quella che recentemente una pensatrice statunitense, Martha Nussbaum, ha definito “crisi dei saperi socratici”(Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica, 2012), ossia dei saperi fondati su competenze non misurabili, quali la capacità di argomentare e di riflettere, di confrontarsi e di mettersi in discussione, di assumere il punto di vista dell’altro, di elaborare soluzioni innovative rispetto ai contesti in cui sorgono i nostri problemi. Letteratura, poesia, arte, ricerca teorica, sono utili “alla lunga” e non nell’immediato, e alimentano quella che si può definire “industria della coscienza”. La natura dei saperi umanistici è gratuita, la loro utilità non si riduce a educare il gusto estetico dell’individuo: aveva ragione il poeta statunitense Ezra Pound, per cui la letteratura, intesa come arte in genere, “incita l’umanità, nonostante tutto, a vivere”. L’attrattiva intellettuale delle discipline liberali è fuori discussione: la trasmissione del passato, la memoria collettiva, la sensibilità artistica, la consapevolezza linguistica e teoretica sono pratiche che nessuna società ha abolito. Tuttavia, è necessario che l’Università in quanto istituzione affronti l’attuale crisi delle scienze umane dimostrando che una laurea in settori umanistici può ancora favorire l’ingresso nel mondo del lavoro. Se lo scrittore e giornalista Marco Lodoli, qualche anno fa, in un intervento su La Repubblica, annunciava in tono apocalittico la morte dell’Umanesimo (“la cultura umanista sembra aver concluso il suo ciclo … Questa è la stagione dell’onnipotenza tecnologica”, La Repubblica, 31 0ttobre 2012), noi studenti della facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università di RomaTre, insieme al supporto di docenti ed esperti, vogliamo far risorgere dalle ceneri della società moderna e in continuo cambiamento l’utilità degli Studi Umanistici. Nonostante la crisi culturale, la formazione di tipo umanistico ha ancora una sua utilità e un suo valore intrinseco: vogliamo abolire il luogo comune del “litterae non dant panem”, riallacciandoci alla riflessione di un grande intellettuale del Novecento italiano, Carlo Malerba, che nel 1996 affermava:

 “La cultura in grado di offrire una prospettiva accettabile per il nostro futuro, una coscienza sociale, una idea della convivenza pacifica, un orizzonte politico meno provvisorio, è proprio la cultura umanistica, le idee dei filosofi, degli scrittori, dei poeti [...] La decadenza degli studi umanistici a vantaggio della pratica tecnologica non può non preoccupare ogni persona di buon senso. Abbiamo in soprannumero addetti alla produzione e allo studio di nuove tecnologie, ma ciò che serve a noi non è un più vasto sapere tecnico. Ciò di cui abbiamo un bisogno disperato e urgente è un tipo di cultura, e perciò di educazione, che ci permetta di usare saggiamente gli strumenti di cui già disponiamo e di superare indenni l’invadenza tecnologica. [...] Qualcuno ha portato il disordine in cielo e ha sottratto agli uomini innocenti il luogo della poesia e della favola. Purtroppo questo succede perché ai posti di comando arrivano troppo spesso uomini privi di quelle vigili prospettive che soltanto la cultura umanistica può dare. Per far fronte all’insipienza irresponsabile, alla volgarità e all’arroganza del “parlar corto”, per opporre resistenza alle decisioni miopi e avventate che dobbiamo subire quotidianamente e ridare forza a una idea prospettica della civiltà, io credo che ci sarà di grande aiuto proprio la letteratura, ancora alla ricerca di un riscatto dalle sue colpe immaginarie” (Che vergogna scrivere, 1996).

Su questa linea intendiamo inserirci, proponendo una conferenza in forma dialogica aperta al confronto in cui interverranno personalità di rilievo del mondo dell’editoria, del giornalismo, della scuola e dell’università. Confermati i nomi di Luciano Canfora, professore ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari e rinomato storico e saggista italiano, e di Marino Sinibaldi, giornalista e critico letterario, direttore di Radio 3 e recentemente nominato presidente del Teatro di Roma.


Francesca Bini

giovedì 30 ottobre 2014

Furio Colombo e Ugo Fracassa presentano "Sniper" di Pavel Hak

Car* student*, collegh* e amic* del progetto HumUs,
ho il piacere di invitarvi ad una presentazione editoriale cui tengo particolarmente perché nata dall'interesse che alcuni studenti del mio corso di Critica letteraria per laurea magistrale ha manifestato, lo scorso a.a., per l'attività dello scrittore Pavel Hak, di cui avevo avuto modo di parlare a proposito di Global Novel.
La presentazione si terrà in Casa delle Letterature (Piazza dell'Orologio, 3), con me ci sarà Furio Colombo e sarà presente l'autore. Verranno offerte letture di alcuni brani del romanzo grazie alla collaborazione di Teresa Vanalesti (laureatasi con la mia correlazione un paio di anni fa ma attrice ronconiana di formazione)
Spero, insomma , di vedervi numerosi giovedì 13 novembre alle 18.
Grazie per l'attenzione
Ugo Fracassa


mercoledì 29 ottobre 2014

Su segnalazione di Serena Fagiani (cui va un ringraziamento particolare), sappiamo che stasera (29/10/2014), alla Biblioteca Elsa Morante di Ostia (Via Adolfo Cozza 7), sarà presente Marino Sinibaldi. Serena ci ha segnalato che presenterà il suo libro: si interrogherà sulla cultura e sul ruolo di essa nella società di oggi. Un'occasione essenziale per comprendere anche il significato della nostra giornata.

Cogliamo l'occasione inoltre per ricordare la prossima riunione generale, indetta per il 4 Novembre alle 14, 30: ulteriori informazioni sono consultabili nella pagina http://sumushumus14.blogspot.it/p/organizzazione-collettiva-e-note.html

Il gruppo di Coordinamento Humus (Ugo Fracassa, Raimondo Michetti, Dario Internullo, Serena Fagiani, Miriam Di Carlo, Andrea Carnì, Matteo Gualtieri, Luca Colozzo, Paolo Rigo)