Progetto : Humus (HumanitasUniversitasSocietas /
Humanities for University and Society)
Prima giornata su: Studi
umanistici e società: tra passione
utilità
Car* tutt*, insieme ad alcuni
colleghi afferenti a diverse aree del
Dipartimento di Studi Umanistici abbiamo iniziato a progettare una
giornata da dedicare all’importanza ed utilità
degli Studi Umanistici oggi nel tessuto civile e socio-economico del nostro Paese. Avvertiamo
infatti una caduta di prestigio dei nostri studi, tanto più paradossale per un
Paese come il nostro in una fase storica in cui le esperienze di cui siamo
quanto meno traduttori culturali
potrebbero ricoprire un ruolo peculiare,
tanto nella formazione culturale delle nuove generazioni quanto nel
panorama culturale mondiale, con un
significativo impatto anche sul
futuro professionale dei nostri studenti.
I nostri destinatari sono , infatti gli studenti stessi che speriamo di
coinvolgere anche nell’ organizzazione della giornata medesima.
Senza tediarvi riferendovi complessità e sfumature della nostra
discussione, riassumiamo in modo essenziale le quattro finalità che vorremmo conseguire, ovviamente con il
vostro coinvolgimento e dopo una discussione con tutti voi:
-
Consentire ai
nostri studenti, fin dalla loro entrata e durante tutto il corso di studi, momenti di rafforzamento della consapevolezza
teorica e di ‘allenamento
dell’immaginario progettuale’ sulla scelta
formativa che hanno compiuto; chi non immagina un futuro, in sintesi, non è
nella condizione di poterlo realizzare. Vorremmo favorire, o ameno stimolare, l’educazione
e formazione di progetti culturali personali e collettivi, in controtendenza con
quella incertezza del futuro professionale che spinge a una laurea veloce e
vissuta ‘ in superficie’, trasformando l’esperienza universitaria in un’occasione
mancata. Siamo infatti convinti che l’ acquisizione
reale di competenze specialistiche e più
in generale della capacità del
ragionare, del discernere e del
progettare siano tra le risorse più preziose cui un curriculum umanistico
consente di accedere.
-
Aprire la nostra
esperienza a quelle espressioni della società civile che, secondo un ampio
ventaglio di proposte, s’intrecciano con i saperi che trasmettiamo, consentendo
una circolarità tra questi e quelli del
territorio, in particolare quello assai ampio e dinamico intorno alla nostra Università: il mondo della scuola,
innanzitutto, quello dell’associazionismo culturale e interculturale, le esperienze
professionali nell’ambito degli studi umanistici dovrebbero essere gli
interlocutori attivi della giornata
-
Rinforzare il
prestigio della nostra università, e in particolare del nostro Dipartimento,
come luogo di riferimento visibile e
attivo sul territorio, proprio a partire
dalle competenze che gli sono
istituzionalmente riconosciute: per gli
insegnanti della scuola, in primo luogo, ma anche per le altre attività professionali o di associazionismo che possono interloquire con i nostri studi.
-
Identificare un
nostro spazio di azione che prenda le
distanze tanto da una concezione dell’università in fibrillazione continua perché sottoposta
solo alle cangianti necessità del
mercato, anche di quello culturale ( una
sorta di agenzia della collocazione cui
attingerebbero le istituzioni pubbliche
o imprenditoriali a seconda dei cambiamenti), quanto da una tendenza, pure
presente nei nostri contesti professionali, a non porsi in alcun modo la questione
delle potenzialità di impatto dei saperi
umanistici nella formazione civile,
culturale e professionale. Ciascuno sa, infatti, quanto simili questioni siano
preziosi per i nostri studenti in un
Paese che vede proprio nei nostri studi
uno dei suoi tratti più peculiari
da inserire dentro la società globale
delle conoscenze.
Si
potrebbero aggiungere tante altre importanti considerazioni ma, oltre a queste
esigenze teoriche sulle quali sappiamo
di concordare con molti di voi, assai
più importante ci sembra poter cominciare questo percorso definendolo
in progress con l’apporto di
tutti voi e forgiandolo direttamente
grazie alla realizzazione di esperienze concrete.
Nel progetto fin qui delineato,
la giornata, che cadrebbe naturalmente
all’inizio dell’anno accademico durante il periodo di attività didattica, potrebbe strutturarsi in 3 momenti (eventualmente in due mezze
giornate contigue) distinti ma correlati.
1)
Conferenza in forma dialogica
Il primo tempo ospiterebbe il contributo di due intellettuali
illustri, rappresentativi
della cultura umanistica contemporanea nelle sue diverse
manifestazioni. Questa fase dovrebbe consentire in primo luogo di affrontare il
tema nel suo vasto respiro ma anche di fissare alcune questioni maggiormente
puntuali, quasi una griglia teorica di discussione, sulle quali si distenderebbe
la seconda fase
2)
Le tre tavole rotonde
Nella seconda fase, alcuni dei
docenti del Dipartimento coordinerebbero
3 tavoli paralleli nei quali, a partire dai temi emersi nella conferenza
iniziale, verranno individuate e
discusse alcune specifiche
questioni. I tavoli saranno dedicati a
quattro grandi macrotemi trasversali
che, in questa prima proposta aperta ad ovvie modificazioni, trasformazioni e
arricchimenti, potrebbero essere i
seguenti:
-Il lavoro della formazione oppure La
formazione come lavoro /
-
Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
- Cultura e cittadinanza: comunicazione, interculturalità, plurilinguismo
- Cultura e cittadinanza: comunicazione, interculturalità, plurilinguismo
Ogni tavolo potrebbe essere
coordinato da uno/due docenti e
vedrebbe la presenza di rappresentanti
degli studenti, del mondo della scuola, del lavoro e dell’associazionismo, eventualmente
anche delle istituzioni. Dal punto di
vista della metodologia i tavoli dovrebbero avere carattere di seminario, le cui
risultanze verrebbero riassunte dai
coordinatori in apertura della terza e conclusiva fase
Fase
conclusiva
L’ultima parte della giornata
consisterebbe nella condivisione degli
esiti della discussione dei tavoli alla presenza del relatore/i della prima
fase. Il dibattito sarà strutturato in
modo tale che, dopo una prima tornata di brevi interventi e domande da parte
dei coordinatori dei tavoli e la conseguente replica del relatore/i, la parola
passerà ai presenti che si saranno iscritti al dibattito e, infine, liberamente
a chi vorrà interloquire con l’ospite della giornata.
Consideriamo questa iniziativa,
qualora vogliate condividere la sua promozione, organizzazione e realizzazione,
come un biglietto da visita del Dipartimento di Studi Umanistici che risulterà
tanto più stimolante ed utile se si
amplierà a quei saperi umanistici e a quei colleghi non rappresentati nel Dipartimento eponimo ma
la cuipartecipazione, a seconda delle specifiche competenze,
risulterebbe preziosa.
Raimondo Michetti
Ugo Fracassa
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