martedì 4 novembre 2014

Progetto : Humus (HumanitasUniversitasSocietas / Humanities for University and Society)

Progetto : Humus (HumanitasUniversitasSocietas / Humanities for University and Society)

Prima giornata su: Studi umanistici e società: tra passione  utilità

Car* tutt*, insieme ad alcuni colleghi afferenti a diverse aree del  Dipartimento di Studi Umanistici abbiamo iniziato a progettare una giornata da dedicare all’importanza ed utilità  degli Studi Umanistici oggi nel tessuto civile e  socio-economico del nostro Paese. Avvertiamo infatti una caduta di prestigio dei nostri studi, tanto più paradossale per un Paese come il nostro in una fase storica in cui le esperienze di cui siamo quanto meno traduttori culturali  potrebbero ricoprire un ruolo peculiare,  tanto nella formazione culturale delle nuove generazioni quanto nel panorama culturale mondiale, con un  significativo impatto  anche sul futuro professionale dei nostri studenti.  I nostri destinatari sono , infatti gli studenti stessi che speriamo di coinvolgere anche nell’ organizzazione della giornata medesima.
Senza  tediarvi riferendovi  complessità e sfumature della nostra discussione, riassumiamo in modo essenziale le quattro finalità  che vorremmo conseguire, ovviamente con il vostro coinvolgimento e dopo una discussione con tutti voi:
-          Consentire ai nostri studenti, fin dalla loro entrata e durante tutto il corso di studi,  momenti di rafforzamento della consapevolezza teorica  e di ‘allenamento dell’immaginario progettuale’  sulla scelta formativa che hanno compiuto; chi non immagina un futuro, in sintesi, non è nella condizione di poterlo realizzare.  Vorremmo favorire, o ameno stimolare, l’educazione e  formazione di progetti culturali  personali e collettivi, in controtendenza con quella incertezza del futuro professionale che spinge a una laurea veloce e vissuta ‘ in superficie’, trasformando  l’esperienza universitaria in un’occasione mancata.   Siamo infatti convinti che l’ acquisizione reale di  competenze specialistiche e più in generale della  capacità del ragionare,  del discernere e del progettare siano tra le risorse più preziose cui un curriculum umanistico consente di accedere.
-          Aprire la nostra esperienza a quelle espressioni della società civile che, secondo un ampio ventaglio di proposte, s’intrecciano con i saperi che trasmettiamo, consentendo una circolarità tra  questi e quelli del territorio, in particolare quello assai ampio e dinamico intorno alla  nostra Università: il mondo della scuola, innanzitutto, quello dell’associazionismo culturale e interculturale, le    esperienze  professionali nell’ambito degli studi umanistici dovrebbero essere gli interlocutori attivi della giornata
-          Rinforzare il prestigio della nostra università, e in particolare del nostro Dipartimento, come  luogo di riferimento visibile e attivo sul territorio,  proprio a partire dalle  competenze che gli sono istituzionalmente riconosciute:  per gli insegnanti della scuola, in primo luogo,  ma anche per le  altre attività professionali  o di associazionismo  che possono interloquire con i nostri studi.
-          Identificare un nostro spazio di azione  che prenda le distanze tanto da una concezione dell’università  in fibrillazione continua perché sottoposta solo  alle cangianti necessità del mercato, anche di  quello culturale ( una sorta di agenzia   della collocazione cui attingerebbero le  istituzioni pubbliche o imprenditoriali a seconda dei cambiamenti), quanto da una tendenza, pure presente nei nostri contesti professionali, a non porsi in alcun modo la questione delle potenzialità di impatto dei  saperi umanistici  nella formazione civile, culturale e professionale. Ciascuno sa, infatti, quanto simili questioni siano preziosi per i nostri studenti in un  Paese che vede proprio nei nostri studi  uno dei suoi tratti più peculiari  da inserire dentro la società globale  delle conoscenze.

Si potrebbero aggiungere tante altre importanti considerazioni ma, oltre a queste esigenze teoriche  sulle quali sappiamo di concordare con molti di voi,  assai più importante ci sembra poter cominciare questo percorso  definendolo  in progress con l’apporto di tutti voi e forgiandolo direttamente  grazie alla realizzazione di esperienze concrete.

Nel progetto fin qui delineato, la giornata, che  cadrebbe naturalmente all’inizio dell’anno accademico durante il periodo di attività didattica,  potrebbe strutturarsi  in 3 momenti (eventualmente in due mezze giornate contigue) distinti ma correlati.



1)      Conferenza in forma dialogica
Il primo tempo ospiterebbe  il contributo di due  intellettuali  illustri, rappresentativi  della  cultura umanistica  contemporanea nelle sue diverse manifestazioni. Questa fase dovrebbe consentire in primo luogo di affrontare il tema nel suo vasto respiro ma anche di fissare alcune questioni maggiormente puntuali, quasi una griglia teorica di discussione, sulle quali si  distenderebbe  la seconda fase

2)      Le tre tavole rotonde
Nella seconda fase, alcuni dei docenti del Dipartimento coordinerebbero  3 tavoli paralleli nei quali, a partire dai temi emersi nella conferenza iniziale,  verranno individuate e discusse   alcune specifiche questioni.  I tavoli saranno dedicati a quattro grandi  macrotemi trasversali che, in questa prima proposta aperta ad ovvie modificazioni, trasformazioni e arricchimenti,  potrebbero essere i seguenti:

 -Il lavoro della formazione oppure La formazione come lavoro /
- Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale
- Cultura e cittadinanza: comunicazione, interculturalità, plurilinguismo

Ogni tavolo potrebbe essere coordinato  da uno/due docenti e vedrebbe  la presenza di rappresentanti degli studenti, del mondo della scuola, del lavoro e dell’associazionismo, eventualmente anche delle  istituzioni. Dal punto di vista della metodologia i tavoli dovrebbero avere  carattere di seminario, le cui risultanze   verrebbero riassunte dai coordinatori in apertura della terza e conclusiva fase

Fase conclusiva

L’ultima parte della giornata consisterebbe  nella condivisione degli esiti della discussione dei tavoli alla presenza del relatore/i della prima fase.  Il dibattito sarà strutturato in modo tale che, dopo una prima tornata di brevi interventi e domande da parte dei coordinatori dei tavoli e la conseguente replica del relatore/i, la parola passerà ai presenti che si saranno iscritti al dibattito e, infine, liberamente a chi vorrà interloquire con l’ospite della giornata.  


Consideriamo questa iniziativa, qualora vogliate condividere la sua promozione, organizzazione e realizzazione, come un biglietto da visita del Dipartimento di Studi Umanistici che risulterà tanto più stimolante ed utile se  si amplierà a quei saperi umanistici e a quei colleghi  non rappresentati nel Dipartimento eponimo ma la cuipartecipazione, a seconda delle specifiche competenze, risulterebbe preziosa.

Raimondo Michetti

Ugo Fracassa

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